Si accendono quando c’è poco cibo o addirittura quando c’è carestia di nutrimento.

Il corpo umano cambia modalità di funzionamento e attiva quelle reazioni primordiali di riparazione e sopravvivenza, sfruttando solo l’energia immagazzinata.

In pausa dal cibo – questi particolari geni –entrano in azione e vanno a riparare i tessuti e tutto ciò che non è ottimizzato, ciò è possibile perché l’energia non è usata per la digestione – processo enorme di combustione e assorbimento dei nutrimenti -.

È come se la natura avesse un piano per allungare l’esistenza degli animali in tempo di fame, il metabolismo rallenta, l’insulina si quieta, l’energia viene usata per sopravvivere e per riparare il corpo dall’interno.

I geni della longevità si chiamano sirtuine, questi controllano i fenomeni infiammatori, la riproduzione cellulare, i processi di invecchiamento e la risposta allo stress ossidativo delle cellule che invecchiando modificano la loro capacità di riparazione e ricostruzione.

Foto Dal reportage Okinawa’s Female Immortals di Mathias Braschler Monika Fisher