Quasi sicuramente non esiste altro alimento che occupi così tanta terra e coltivazioni ed abbia così pochi vantaggi per l’umanità come lo zucchero.

Nessuno ne ha bisogno ma tutti lo vogliono.

Secondo gli ultimi dati, la canna da zucchero è la terza coltura mondiale dopo i cereali coprendo un superficie di 26.942.686 ettari del pianeta.
Per molti aspetti, la storia dello zucchero e quella del tabacco sono simili: all’origine entrambi i prodotti erano considerati salutari e coltivati dagli schiavi.
Per quanto abbiano origini molto antiche, fu l’improvviso consumo di massa a creare i rischi per la salute che oggi conosciamo. Possiamo definire la loro diffusione come una “epidemia industriale”, mossa esclusivamente dalla ricerca del profitto da parte delle grandi aziende. Mai nessun prodotto ha così tanto influenzato la storia politica del mondo occidentale quanto lo zucchero, che per il commercio rappresentò una vera manna ed ebbe un peso determinante nella storia delle origini del nuovo mondo.
Nel ventunesimo secolo, la presa dello zucchero sulla popolazione è divenuta ben più importante di mali simili, come appunto il tabacco e l’alcool.
Basta leggere le etichette di molti prodotti alimentari per scoprire che lo zucchero è onnipresente ricoprendo così un ruolo fondamentale per le economie e le colture mondiali.
Profitti commerciali a parte, lo zucchero è potenzialmente responsabile di circa il 20% del contenuto calorico delle diete moderne, portandoci così verso una emergenza sanitaria mondiale che è in gestazione da secoli.
Obesità, cardiopatia, diabete sono disturbi diffusi in tutti i paesi dove l’alimentazione è dominata dai carboidrati.
La fisiologia umana si è evoluta con una dieta povera di zuccheri e quasi priva di carboidrati raffinati. Già nel ‘900, ci furono esperti che dichiararono lo zucchero la più dannosa di tutte le sostanze che portano ad assuefazione. Nel 1912, il dentista Boesler faceva notare: “Lo zucchero industriale moderno ha provocato malattie del tutto nuove. Quello attualmente in commercio non è infatti altro che l’acido cristallizzato concentrato.”
In origine è probabile che la canna da zucchero fosse utilizzata esclusivamente come foraggio e di tanto in tanto gli esseri umani ne masticavano gli steli.
Il primo zucchero raffinato con procedimento chimico apparve in India circa 2500 anni fa. Da qui una evoluzione che portò nel corso dei secoli a produzioni di sempre maggiori proporzioni, sino a che i Portoghesi si resero conto che il Brasile offriva le condizioni per la coltivazione di piantagioni ed avviarono una economia basata sulla canna da zucchero. Bisognava soddisfare la smania di zucchero dell’Europa occidentale.
La diffusione di questo alimento, di cui nessuno aveva bisogno ma che tutti volevano, contribuì alla formazione del mondo moderno.
George Ohsawa, medico naturale giapponese, scrive in uno dei suoi libri: “La scienza e la medicina moderna hanno appena iniziato a dare dei timidi segnali d’allarme  sul colossale aumento dei consumi pro capite di zucchero, specialmente negli Stati Uniti. Le loro ricerche ed i loro avvertimenti sono, temo, in ritardo di molti decenni. Sono sicuro che la medicina occidentale ammetterà un giorno ciò che è conosciuto in Oriente da molti anni: lo zucchero è l’assassino numero uno nella storia dell’umanità.”